TEMPO DI STRAPPARE TEMPO DI CUCIRE
- Bioatleta
- 6 ott 2016
- Tempo di lettura: 3 min

Lo Zahir è un pensiero che all'inizio ti sfiora appena e finisce per essere la sola cosa a cui riesci a pensare. Il mio Zahir ha un nome, il suo nome è Sara.
Ad eccezione del nome Sara è una frase tratta dal libro di Paolo Choelo intitolato “Lo Zahir”.
Sara è la mia compagna che tra pochi mesi diventerà mia moglie. Poco più di un anno fa le cose erano differenti. Io e Sara non stavamo insieme e fu proprio lei, una sera che ci incontrammo per caso, a consigliarmi la lettura di questo libro.
C'è un tempo per strappare e uno per cucire. Forse era arrivato il tempo di cucire.
Come ogni romanzo di Choelo, la trama dello Zahir è una metafora di un cammino interiore, di ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo.
L'autore ha scritto questo libro rispecchiando se stesso nel protagonista. Il libro racconta di uno scrittore famoso che scopre che la moglie, corrispondente di guerra, lo ha abbandonato senza lasciare traccia e senza alcuna spiegazione plausibile. Il pensiero dell'assenza della donna continua a tormentarlo e gli invade la mente fino a gettarlo in un totale smarrimento.
La lettura di questo libro è stata, tra gli altri, un forte incentivo a incentrare la mia attenzione verso altre prospettive.
La prospettiva è per definizione “la visione di una figura che un osservatore ha in una determinata posizione”.
La vita con Sara non è certamente noiosa e, a discapito di qualche bisticcio, a partire da quel giorno, ogni attimo passato accanto a lei è un continuo incentivo a cambiare prospettiva.
I bisticci che nascono possono essere evitati o capiti semplicemente cercando di comportarsi in modo empatico, in modo tale cioè di vedere le cose dal suo punto di vista.
Sara è un vulcano di idee, in continua fermentazione e proprio per questo motivo entra in gioco anche un altro fattore. Non solo è un continuo stimolo a cambiare visione, ma anche un continuo allenamento ad essere pronti ad affrontare ogni genere di cambiamento. Non esiste infatti un programma che resti tale con lei, anzi solo il fatto che uno schema sia già stato tracciato la induce a cercare una nuova proposta o una nuova alternativa. Confesso che, io che sono abitudinario come un gatto, spesso vivo questi cambiamenti repentini come uno stress in quanto, ciò che io interpreto come “alternanze decisionali”, implicano uno sforzo a dovere rielaborare i miei piani.
A maggior ragione è opportuno vedere le cose dall'altro lato, ovvero la devo ringraziare, perché mi consente di restare allenato a gestire i cambiamenti che la vita propone. In fin dei conti anche Darwin disse che: “non sono i più forti della specie che sopravvivono, non i più intelligenti, ma coloro che si adattano meglio al cambiamento”.
Certo cambiare non è facile, soprattutto dopo che da tanto tempo si mantengono gli stessi schemi e le stesse abitudini, tuttavia la vita è dinamica e cambiare significa evolversi ed allargare i propri orizzonti. Ed è proprio per questo che con lei ho potuto sviluppare la volontà a modificare gli schemi che mi ero costruito e rimanere costantemente pronto a gestire le variabili che la vita propone.
E' stata proprio Sara a darmi l'input per la stesura di questo post. Un giorno le ho detto che non avevo alcun idea per e lei prontamente mi ha risposto: “scrivi un pezzo su di me”.
Giusto. E quale tema migliore per osservare la vita dal suo punto di vista prima di sposarci.
Con questo pezzo voglio ringraziare Sara per le opportunità che mi dà ogni giorno tra cui l'incessante incentivo a vedere le situazioni da un'altra prospettiva.
Tra tre mesi ci sposeremo e vorrei lasciare come promessa di questa nuova partenza di vita insieme il mio impegno a continuare a considerare ogni possibile prospettiva, a partire dal suo punto di vista.
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