IL PELLEGRINO E I TRE SPACCAPIETRE
- Bioatleta
- 13 ott 2016
- Tempo di lettura: 3 min

Durante il Medioevo, un pellegrino aveva fatto voto di raggiungere un lontano santuario, come si usava a quei tempi. Dopo alcuni giorni di cammino, si trovò a passare per una stradina che si inerpicava per il fianco desolato di una collina brulla e bruciata dal sole. Sul sentiero spalancavano la bocca grigia tante cave di pietra. Qua e là degli uomini, seduti per terra, scalpellavano grossi frammenti di roccia per ricavare degli squadrati blocchi di pietra da costruzione. Il pellegrino si avvicinò al primo degli uomini. Lo guardò con compassione. Polvere e sudore lo rendevano irriconoscibile, negli occhi feriti dalla polvere di pietra si leggeva una fatica terribile. Il suo braccio sembrava una cosa unica con il pesante martello che continuava a sollevare ed abbattere ritmicamente. "Che cosa fai?", chiese il pellegrino. "Non lo vedi?" rispose l'uomo, sgarbato, senza neanche sollevare il capo. "Mi sto ammazzando di fatica". Il pellegrino non disse nulla e riprese il cammino. S'imbatté presto in un secondo spaccapietre. Era altrettanto stanco, ferito, impolverato. "Che cosa fai?", chiese anche a lui, il pellegrino. "Non lo vedi? Lavoro da mattino a sera per mantenere mia moglie e i miei bambini", rispose l'uomo. In silenzio, il pellegrino riprese a camminare. Giunse quasi in cima alla collina. Là c'era un terzo spaccapietre. Era mortalmente affaticato, come gli altri. Aveva anche lui una crosta di polvere e sudore sul volto, ma gli occhi feriti dalle schegge di pietra avevano una strana serenità. "Che cosa fai?", chiese il pellegrino. "Non lo vedi?", rispose l'uomo, sorridendo con fierezza. "Sto costruendo una cattedrale". E con il braccio indicò la valle dove si stava innalzando una grande costruzione, ricca di colonne, di archi e di ardite guglie di pietra grigia, puntate verso il cielo.¹
Tre uomini, tre prospettive, stesso lavoro.
Qualche giorno fa un amico che si sta preparando per correre una mezza maratona mi ha posto il seguente quesito: che differenza c’è tra partire forte e arrivare calando piuttosto che partire conservando le energie per poi aumentare in progressione, tanto faccio lo stesso tempo finale?
La domanda era basata sul fatto che è sempre arrivato al traguardo con una leggera sofferenza. Soffrire per soffrire tanto vale dare tutto subito per essere sicuro di fare il tempo prefissato.
E’ il tipico esempio di necessità di cambio di prospettiva. Allora, gli avrei dovuto dire: “caro amico devi cambiare punto di vista. Non devi mirare al tempo ma a divertirti, il tempo arriverà di conseguenza” Lui era esattamente come il primo spaccapietre ed è necessario che si trasformi nell’ultimo.
Infatti certamente potrebbe arrivare e concludere la gara con il medesimo tempo ma io immagino la seguente scena.
Al traguardo, dopo aver concluso la maratonina, un podista incontra un suo compagno di squadra che ha concluso la gara in 1h e 45’ e gli domanda: “come è andata la gara oggi?
Lui gli risponde: “ho fatto il mio personale e per questo sono contento (dichiara senza sorridere) però la gara è stata proprio dura ho dovuto stringere i denti per non camminare, e poi gli ultimi tre km sono sempre la parte più dura, inoltre continuavo a guardare a terra perché se vedevo gli altri partecipanti che mi sorpassavano mi demoralizzavano. Però dai adesso è finita e non ci penso più fino alla prossima volta”.
Ad un altro compagno di squadra, che ha finito con il medesimo tempo, il podista pone la stessa domanda e questi gli risponde: “la gara è andata benissimo, tra l’altro senza accorgermi ho fatto il mio miglior tempo. Non ci posso credere anche perché all’inizio mi sono tenuto, e mentre guardavo la gente che applaudiva al passaggio dei podisti era già arrivato il momento di cambiare passo e aumentare. Stavo così bene che nonostante lo sforzo fosse diventato più intenso la mia felicità continuava ad aumentare man mano che sorpassavo le persone che mi precedevano. Quando ho visto il traguardo poi una gioia immensa mi ha fatto scoppiare un sorriso, e se devo dirla tutta, purtroppo dovrò aspettare la prossima gara per provare di nuovo queste emozioni.
Due podisti, due prospettive, stesso tempo
¹ Bruno Ferrero
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